È stato un errore di manovra da parte di uno dei due piloti a causare lo schianto del Boeing 737 della Tatarstan Airlines, precipitato domenica scorsa atterrando all'aeroporto di Kazan, in Russia. A stabilirlo la Commissione interstatale dell'aviazione russa. I tecnici che si sono occupati dell'indagine hanno sottolineato che l'aereo ha perso velocità quando era già a bassa quota, provocando la caduta in picchiata e la morte di tutte le 50 persone a bordo. Le conclusioni degli investigatori si basano sui dati recuperati da una delle scatole nere del velivolo.

I motori e gli altri sistemi, si legge nel rapporto diramato, funzionavano correttamente fino al momento in cui l'aereo ha colpito terra. L'equipaggio, però, non è riuscito a effettuare un approccio corretto al primo tentativo di contatto con la pista.

Iniziato un secondo tentativo, i piloti hanno portato i motori dell'aereo alla potenza massima, sollevando la parte anteriore ad angolo acuto e provocando una rapida perdita di velocità.

A circa 700 metri d'altezza, l'equipaggio ha disperatamente cercato di recuperare velocità, facendo scendere l'aereo in picchiata, ma il Boeing ha colpito terra quasi verticalmente a circa 450 chilometri all'ora. L'intera manovra è durata non più di un minuto.

L'aereo, decollato da Mosca e diretto nella città di Kazan, aveva 23 anni ed era stato usato da altre sette compagnie prima di essere acquistato da Tatarstan Airlines nel 2008. Nel 2001 rimase danneggiato in un incidente durante un atterraggio in Brasile, ma non ci furono feriti.

La compagnia, però, insiste nell'affermare che il Boeing era in buone condizioni e che i piloti avevano molta esperienza.